PIRANESI REBORN
LE PIÙ CELEBRI VEDUTE PIRANESIANE
DEL GRAND TOUR RICOSTRUITE IN 3D

INTRODUZIONE AL PROGETTO

L’EPOCA
DEL GRAND TOUR

Dalla fine del ‘600 sino all’800 era di gran moda svolgere un viaggio in Italia sulle tracce dell’antica cultura classica. Esso rappresentava una sorta di iniziazione culturale dei giovani rampolli della nobiltà nord europea prima e dell’alta borghesia poi: questo fenomeno culturale prese il nome di “Grand Tour”. Un fenomeno che influenzerò in maniera sensibile l’estetica dell’epoca e contribui a formare le radici culturali del gusto romantico che di li a pochi decenni porterà alla conclusione dell’esperienza neoclassica .
Attorno al fenomeno del Grand Tour fiorì in Italia  una densissima produzione di veri e propri souvenir che andavano dalle rappresentazioni di antiche rovine e paesaggi su tela/incisioni e acqueforti, alla produzione di monumenti o sculture antiche per cui i Gran-turisti  andavano pazzi.
Questo fenomeno fece fiorire in tutto il Paese e in special modo a Roma, numerosissime botteghe che produssero, in molti casi, veri e propri capolavori lanciando mode o inventando nuove tecniche artistiche: un esempio fu il caso del micro-mosaico una nuova tecnica di produzione delle tessere musive grandi pochi millimetri e che permettevano di imitare la pittura ad olio.
Nel caso delle rappresentazioni delle rovine spesso gli artisti si prendevano delle licenze tese ad esasperarne la dimensione soverchiante rispetto all’umano, simbolo della monumentalità della cultura che le generò.

Dalla mia passione per l’arte e la storia è nata l’idea di tentare, una ricostruzione 3D di alcune tra le più celebri e suggestive vedute romane realizzate da G.B. Piranesi e raccolte nella collezione del Duca di Wellington.

Cristian Boiardi - mappa del Grand Tour

Strade d’Italia: una guida necessaria per tutti i signori che fanno un giro d’Italia” di Louis-Benjamin Fleuriau de Bellevue in occasione del suo Grand Tour of France and Italy, 1788-1791 (da: Clark Library UCLA).

FILOSOFIA DEL PROGETTO E METODO

LE RICOSTRUZIONI 3D

Il progetto nasce nel 2021 dalla passione dell’autore per l’antichità e per il gusto romantico offerto dalle vedute piranesiane. Da li è iniziato un lavoro di ricerca e studio che ha indagato sia gli aspetti prospettici e compositivi, sia quelli di carattere architettonico e stilistico.

Il risultato di questo percorso sono affascinanti ricostruzioni fotorealistiche in 3D, ricche di dettagli e in grado di evocare le atmosfere e i paesaggi di scorci romani ormai perduti o esistiti unicamente nella mente dell’artista.

E’ proprio a questo ultimo concetto che si fondano le radici del progetto:

gran parte delle vedute furono realizzate da Piranesi come souvenir per i turisti del Grand Tour.
Le vedute rappresentavano dunque uno strumento dalla doppia valenza:

  • Mezzo per la divulgazione dei valori estetici dell’epoca e che già introducevano quel nuovo gusto estetico che si stava consolidando e che sarebbe maturato nei canoni estetici romantici;
  • Contenitore in grado di evocare le atmosfere respirate nei luoghi visitati dai gran turisti attraverso la registrazione in chiave grafica dell’esperienza vissuta, grazie al quale essi potevano veicolare la propria memoria ad altri… insomma una sorta di Polaroid ante litteram.

Molte vedute dunque si possono collocare all’interno di quel genere definito “capriccio archeologico”, in quanto frutto di un sapiente mix operato dall’Artista attingendo ad un vasto campionario di elementi dell’antichità e della pittoresca vita romana che possiamo definire come paesaggi ideali e vere e proprie opere concettuali.

Possiamo immaginare che, una volta rientrati nei propri paesi, i gran turisti, mostrassero questi scorci ad altre persone, per le quali, quei paesaggi si incarnavano in un’idea di concrea realtà: queste vedute erano dunque vere per l’artista, che le aveva immaginate e cretate e per chi le osservava.

Di qui la scelta di intraprendere una ricostruzione “fotorealistica” delle vedute, che vogliono essere la restituzione non della realtà ma di un paesaggio ideale, concettuale, frutto del pensiero e della mediazione di chi, quel paesaggio, lo aveva solo ascoltato dai racconti dei turisti di ritorno e nella propria mente concretizzato attraverso la visione delle stampe, proprio come attraverso una reazione chimica dove il potenziale sta nella mente di chi ascolta e guarda e il catalizzatore risiede nell’immagini create dall’Artista.

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